Il Comune di Milano ha costruito una cabina di regia e messo in sinergica relazione fra loro istituzioni, enti, professionisti, conoscenze e competenze. Questa rete è Milano Città Metropolitana NoSlot che dal 2020 coinvolge la città di Milano e gli ambiti del Corsichese, Rhodense, Paullese, Garbagnatese e San Giulianese.
Il Comune di Milano con la Rete NOSLOT città Metropolitana vuole affrontare il problema del gioco d’azzardo patologico, problema sottovalutato per molto tempo e ancora oggi argomento cui non si dà il risalto che necessiterebbe.
I progetti che il Comune di Milano ha messo in campo con la Rete NOSLOT sono il frutto di una elaborazione unitaria che, con un approccio multidisciplinare, affronta il fenomeno del Gioco d’Azzardo Patologico nella sua complessità e articolazione.
I progetti sono confluiti nella costruzione di una trama formata da reti radicate, interconnesse e diffuse sul territorio in modo capillare che rappresentano risorse finalizzate all’ascolto, all’orientamento, all’accoglienza, al supporto psicologico e al sostegno legale dei giocatori d’azzardo patologici e delle loro famiglie: tutti i servizi messi in campo gratuitamente dai nostri partner sono stati riuniti nella Rete NoSlot alla quale anche L’Ordine degli Avvocati di Milano ha aderito con entusiasmo e prontamente.
Gli inizi: il Progetto Milano NoSlot Accoglie ed Orienta
Nel 2015 è partito il progetto del Comune di Milano “Milano NoSlot: Accoglie e orienta”. Al progetto hanno preso parte la Fondazione Caritas Ambrosiana, la Fondazione San Bernardino,
l’Associazione Azzardo e Nuove Dipendenze, l’Ordine degli Avvocati di Milano con il sostegno di quattro Associazioni dei consumatori. È stata fin da subito evidente l’efficacia di uno sportello di ascolto e accompagnamento rivolto alle famiglie dei giocatori che non erano intenzionati a riconoscere la loro patologia, a essere presi in carico dai servizi per le dipendenze, e il cui comportamento portava spesso le famiglie verso il baratro.
L’attività progettuale ha messo a punto una buona collaborazione e unità di intenti tra tutti i part-ner del progetto che si è rivelata un valore aggiunto da non disperdere.
Lo Sportello doveva essere una opportunità per i famigliari dei giocatori per affrontare vari problemi avvalendosi in modo modulare di competenze educativo-relazionali, psicologiche, legali, economico-finanziarie: l’iniziativa si è rivelato un luogo di supporto a 360 gradi, efficace anche nel sostegno dei legami famigliari spesso attraversati da fatiche, sofferenze e solitudine.
Al termine di quel percorso produttivo, altre 36 famiglie si sono rivolte a Caritas Ambrosiana per un primo ascolto e orientamento, testimoniando la bontà dell’offerta.
Ecco perché si è deciso di dare continuità al progetto, migliorando ulteriormente quando fatto in precedenza e stringendo ulteriormente i legami con i servizi territoriali del Comune e di ATS e ASST.